Il film è ora pronto nel contesto del sito web You-Me-We-Us che ho recensito sulle quasi 500.000 persone in Thailandia che sono apolidi o che non possono fornire documenti completi. Il film si chiama 'Becoming home' che ho tradotto in 'Becoming my home'.

Il film dura 38 minuti ed è in tailandese con sottotitoli in inglese. Dà una buona immagine di ciò che queste persone incontrano, ma la Thailandia è sulla buona strada per affrontare definitivamente questo problema.

Questo è il collegamento:

https://you-me-we-us.com/becoming-home visibile anche su YouTube: https://youtu.be/J-fcvGVJ-us

5 pensieri su "Tu-io-noi-noi: il film 'Diventa la mia casa'"

  1. Oscar dice su

    Che documentario impressionante.

  2. Tino Kuis dice su

    Davvero una storia impressionante! Quindi ci sono quasi 500.000 persone.

  3. Jacques dice su

    Ho visto molti di questi tipi di documentari e ogni volta rimango in silenzio. L'umanità e il modo in cui ci trattiamo l'un l'altro, spesso straziante. Sta accadendo in tutto il mondo. Giovani ai quali date tutte le opportunità del mondo e che hanno il diritto di dare alla propria vita il senso che merita. La domanda sul perché, dato che questo viene trascurato e le autorità persistono nella riluttanza a cambiare effettivamente qualcosa al riguardo, è legittima. Le risposte, come è stato spesso detto, non arrivano e frustrano molte vite. Dove ci sono molte di quelle persone che possono dare un contributo positivo e lasciarlo alle spalle con la mente e la coscienza. Secondo me, dove c'è una volontà, c'è un modo. So che ci sono già dei miglioramenti in Tailandia, ma in realtà non sta andando molto bene e c'è ancora margine di miglioramento.

  4. Johnny B.G dice su

    Maggiori informazioni su questo argomento nel link. https://www.chiangmaicitylife.com/clg/our-city/city-issues/the-importance-of-being-thai-giving-citizenship-where-citizenship-is-due/

  5. Roby V. dice su

    *sigh* le virtù (ehm) della burocrazia e delle etichette, l'essere umano o la misura umana è troppo spesso lasciata indietro. Questa storia non lo è, ma l'attenzione a questo resta importante, nella speranza che un giorno anche gli “apolidi” siano considerati a pieno titolo e trattati come tali (come una persona a pieno titolo).


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