Giuseppe -quasi- nel monastero

Di Giuseppe Ragazzo
Posted in Storie di viaggio
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31 gennaio 2020

Giuseppe e Pon loro

In vacanza, a differenza di casa, sono un vero camminatore. Armato della mia macchina fotografica, mi allontano spesso dai percorsi conosciuti e lì spesso ti imbatti nelle scene più belle.

Come membro di un club fotografico, mi piace cercare scene quotidiane ma allo stesso tempo speciali per catturarle.

A Battambang, la seconda città della Cambogia, vedo un monaco seduto e mi sembra degno di una foto visto lo sfondo.

Tuttavia, le cose vanno molto diversamente dal previsto. Il monaco mi saluta molto gentilmente e chiede di sedersi con lui in modo che possa esercitare il suo inglese. È un bravo ragazzo quindi mi unisco subito a lui.

Dopo le solite domande su da dove vengo e come mi chiamo, si continua con le mie convinzioni religiose. Pon Them, questo è il nome del monaco di 39 anni, deve aver preso un momento di paura quando ho risposto che credo nell'umanità e le religioni sono, nella mia esperienza, invenzioni dell'umanità e sembrano una favola nella mia mente. Ma, e lo dico dal profondo del mio cuore, gli dico che rispetto tutte le persone che seguono una religione.

Pon Them ascolta con sorpresa la mia storia, il che dimostra che conosco una o due cose sulla sua religione; Buddismo. Improvvisamente ricevo l'offerta di passare un po' di tempo con lui nel monastero in modo che possa forse farmi cambiare idea. Tirare in alto la mia età per indicare che dopo tanti anni difficilmente posso essere influenzato. Ricevi la domanda se i monaci buddisti operano anche nei Paesi Bassi. Sembrava anche un po' sorpreso da quella risposta alla sua domanda.

Poco dopo, si unisce a noi un giovane che si scopre essere il suo insegnante di inglese. Parla un buon inglese e, seguendo l'esempio del monaco, inizia a raccontare storie celesti su Buddha.

Parla come se dovessi ascoltare le storie della mia infanzia alla scuola elementare cattolica romana dove il cappellano insegnava religione. Ho dovuto recitare i 10 comandamenti e la maggior parte di essi iniziava con "Non devi". Come se una persona non sapesse che non ti è permesso rubare o peggio ancora non uccidere. Peggio ancora, pensavo che non dovessi desiderare l'impudicizia e ad essere onesti, da giovane stuzzicante non sapevo nemmeno cosa significasse. Né sapevo cosa significasse l'Immacolata Concezione di Maria.

Molti anni dopo ho pensato al mio omonimo che deve aver avuto una vita molto casta e non ha mai macchiato sua moglie. Che strana parola però.

L'ingresso al monastero ovviamente non è avvenuto, ma tutto è bene quel che finisce bene, il monaco mi ha detto che avrebbe riversato la benedizione del Buddha su di me e sui miei compatrioti. "Di quale paese sei di nuovo?" Beh, quella era una festa se decidevo personalmente chi fossero i fortunati. Dovevo ancora dubitare per un momento, ma la maglia è più stretta della gonna, quindi voi compatrioti lo noterete quest'anno.

E per i belgi, i nostri buoni vicini del sud, non preoccupatevi perché ho già ottenuto molto per voi. Devi qualcosa al mio buon amico di Blankenberge che stranamente ha il Club Brugge nel cuore più della sua cara moglie che si fa in quattro per lui e fa per lui tutto ciò che il suo cuore desidera.

Di sicuro si renderà conto che quest'anno e per tutti i belgi il 2020 non può andare storto perché la benedizione ricade su tutti voi. Del resto, visti i miei lontani antenati di Zichem, ho anche un pezzo di sangue belga nelle vene.

4 risposte a “Giuseppe -quasi- in monastero”

  1. Josh si sporge dice su

    Caro ragazzo Joseph, una domanda per te, sei imparentato con un ragazzo di Limburg, Bumbleen e Wijnandsrade La mamma ha scritto al ragazzo gr Joseph Leunissen

    • Giuseppe Jongen dice su

      Caro Josh,
      No, ma nei Paesi Bassi meridionali si possono trovare molti “ragazzi”. Basta dare un'occhiata agli archivi di Maastricht perché c'è molto da trovare sulla genealogia. Personalmente sono finito a Zichem, in Belgio, nel 1635.

  2. l.basse dimensioni dice su

    Un bel incontro in Cambogia e una storia interessante!

  3. Michael Van Windeken dice su

    Dato che anche noi fiamminghi (c'è solo 1 belga e cioè Filip) possiamo aspettarci la benedizione, grazie al nostro quasi San Giuseppe (cosa c'è in un nome?) e al suo insegnante PON THEM, ho delle riserve.
    – PON significa “piccolo capello o parrucca” in W-fiammingo, mentre mi capita di sapere che un certo Pon nei Paesi Bassi è stato il fondatore di un conglomerato di società tra cui VW, Gazelle e… Philips.
    – THEM è il gruppo irlandese che ha reso GLORIA un successo mondiale con Van Morisson.
    Di recente ho sentito che una volta si è tenuta una celebrazione natalizia nella chiesa della lontana Nuenen.
    Lì, un successivo allenatore di successo Adri Coster ha cantato una bellissima GLORIA insieme a un pio vicino che lavorava per Philips. Ma… cantavano “in excelsis deo” (Gloria a Dio nei nostri giorni).
    Se l'avevi detto a quel monaco Joseph, eri subito sicuro di un'immagine in Nirvana.


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