Il Bangkok Post apre oggi con un articolo quasi a tutta pagina sulla – chiamiamola così – caccia all'ex primo ministro Yingluck.

I lettori fedeli di News from Thailand ora lo sanno: Yingluck è accusata di negligenza dalla Commissione nazionale anticorruzione perché, in qualità di presidente del Comitato nazionale per la politica del riso (NACC), non avrebbe intrapreso azioni contro la corruzione nel sistema dei mutui per il riso e costi vertiginosi.

Nota a margine: nel supplemento Business, Nipon Poapongsakorn, presidente del Thailandia Development Research Institute (TDRI), afferma di ritenere improbabile che il deficit raggiunga 1 trilione di baht se ci vorranno 10 anni per sostituire il riso acquistato e immagazzinato. (un totale di 18 milioni di tonnellate) da vendere. Un importo così elevato non è mai stato menzionato prima.

Il TDRI ha calcolato che nel sistema si sono verificate frodi per un importo compreso tra 94 e 104 miliardi di baht. Inoltre, secondo uno studio basato su ispezioni nazionali, solo il 10% del riso immagazzinato è di buona qualità, il 70% è al di sotto degli standard e il resto non è adatto al consumo.

Torniamo a Yingluck e al NACC. Il NACC segue due percorsi: 1 A cosiddetto accusa (impeachment) da parte del parlamento (NLA, Assemblea legislativa nazionale), e 2 una dichiarazione alla Divisione dei titolari di posizioni politiche della Corte suprema.

  1. La NLA si riunirà il 12 novembre per decidere se accogliere la richiesta della NACC per la procedura di impeachment. Gli avvocati hanno chiesto un rinvio perché hanno scoperto un errore procedurale. Se l'incontro continua, Yingluck potrà comparire di persona per difendersi o presentare una difesa scritta.
  2. Domani il NACC e la Procura si incontreranno per discutere della possibile dichiarazione. In precedenza, il Pubblico Ministero non voleva procedere, dopodiché è stato formato un comitato congiunto per trovare una soluzione.

(Fonte: Bangkok Post, 6 novembre 2014)

3 risposte a “La caccia al primo ministro Yingluck”

  1. chris dice su

    A Singapore, il diritto penale prevede che i colpevoli di corruzione e negligenza non solo debbano essere incarcerati, ma debbano anche risarcire il danno (o l’importo ottenuto attraverso la corruzione) allo Stato. Alcuni colpevoli hanno intrapreso un'azione legale contro questo perché credevano che sarebbero stati puniti due volte. Hanno perso quella causa. Queste misure, tra le altre, hanno assicurato che la corruzione a Singapore fosse ridotta.
    Potrebbe essere un’idea includere nel diritto penale tailandese (modificato) che anche i colpevoli risarciscano il danno allo Stato. Ora a pagare sono i contribuenti tailandesi.

    • Tino Kuis dice su

      La legge penale di Singapore dice che il giudice può imporre una pena detentiva fino a 5 anni e/o una multa fino a 100.000 dollari (di Singapore) in caso di "corruzione" e può recuperarlo attraverso la corruzione (la legge lo chiama "tangenti"). Quindi è "può" e non "deve".
      Per quanto riguarda il diritto penale tailandese, il tribunale può infatti recuperare una somma ottenuta attraverso la “corruzione”. Il 26 febbraio 2010, la Corte Suprema ha stabilito che Thaksin Shinawat era "insolitamente ricco" a causa della "corruzione politica" e ha confiscato 46 miliardi di baht del denaro "congelato" di Thaksin. I restanti 30 miliardi sono rimasti "congelati", ma mi risulta che ora siano stati nuovamente sbloccati, anche se non ne sono sicuro. Thaksin ha quindi già dovuto restituire allo Stato thailandese più di 1 miliardo di euro. Sono a conoscenza di altri casi. Lascio all'immaginazione di ognuno cosa dica della legge tailandese.

    • Ruud dice su

      Quindi Yingluck dovrà comunque pagarlo.
      Suo fratello non ha nemmeno abbastanza soldi per quello.


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