Il Bangkok Post si difende dall'accusa di corruzione
Il vicedirettore Nha-Kran Laohavilai non ha intascato denaro dal gigante alimentare Charoen Pokphand Foods Plc (CPF).
I pagamenti menzionati in un rapporto sono andati direttamente all'editore Post Publishing. Erano destinati agli annunci sul giornale gratuito M2F, la rivista Smart Finance e il programma televisivo Turaki TidDao su canale 5 nel 2012.
Bangkok Post oggi in prima pagina contraddice le accuse fatte lunedì dal Centro informazioni thailandese per i diritti civili e il giornalismo investigativo (TCIJ). Nel rapporto (autore sconosciuto), il centro accusa le organizzazioni dei media e gli individui di aver accettato tangenti dal CPF (che, per inciso, non è nominato) in cambio dell'omissione di notizie negative.
CPF ha confermato che il "gigante alimentare" si riferisce a CPF e afferma che il rapporto si riferisce al dipartimento PR dell'azienda. Il rapporto è stato manomesso e le informazioni sono state distorte, l'azienda si sta difendendo.
I redattori di Posta di Bangkok, posta oggi (lingua tailandese) e M2F (anch'essi thailandesi) hanno deciso di sospendere temporaneamente i reportage su CPF mentre il National Press Council of Thailand indaga sulle accuse del TCIJ. Per amore di trasparenza, dicono, una parola abusata di questi tempi, soprattutto dai politici.
(Fonte: Bangkok Post, 16 luglio 2014)
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